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I sette discorsi ai morti di Carl Jung

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"I Sette Sermoni ai Morti" è un'opera di Carl Gustav Jung, scritta tra il 15 dicembre 1916 e il 16 febbraio 1917 sotto lo pseudonimo di "Basilide di Alessandria". Jung...
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Cod: 26412

Tag: Princeton
CARL JUNG SEVEN SERMONS to THE DEAD
"I Sette Sermoni ai Morti" è un'opera di Carl Gustav Jung, scritta tra il 15 dicembre 1916 e il 16 febbraio 1917 sotto lo pseudonimo di "Basilide di Alessandria". Jung scelse il nome di uno scrittore gnostico che insegnò ad Alessandria intorno al 125-140 d.C. L'opera è un'esplorazione profonda della psicologia e della spiritualità, presentando sette sermoni che affrontano temi come la natura della coscienza, l'inconscio, il processo di individuazione e il ruolo della trasformazione nella vita umana. I sermoni sono pieni di immagini evocative e linguaggio poetico, offrendo un'esperienza di lettura profonda e stimolante per chi è interessato alla psicologia junghiana, alla spiritualità e alla ricerca del Sé.

Il titolo "I sette sermoni ai morti" (in tedesco "Die Sieben Predigten an die Toten") è un'opera dello psicologo svizzero Carl Gustav Jung, scritta tra il 15 dicembre 1916 e il 16 febbraio 1917. L'opera, originariamente concepita come un lavoro personale, fu pubblicata postuma nel 1975, dopo la morte di Jung, e rappresenta un'esplorazione profonda del suo universo interiore e spirituale.

Jung stesso definì l'opera come la sua "confessione di fede", un'espressione intima e personale delle sue riflessioni sulla natura dell'inconscio, la psiche umana e la spiritualità. Scritta sotto lo pseudonimo di "Basilide di Alessandria", un filosofo gnostico del II secolo, "I sette sermoni ai morti" si presenta come una serie di sette discorsi che mettono in gioco un linguaggio simbolico e allusivo, ricco di immagini e visioni. L'opera è una sorta di viaggio interiore alla scoperta del Sé, una ricerca di significato e verità nella psiche e nella vita. Attraverso la metafora dei "morti" Jung ci invita ad affrontare le ombre del nostro inconscio, le parti di noi stessi che rifiutiamo o nascondiamo, e ad integrarle nel nostro percorso di crescita e autorealizzazione.
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